ANNO 14 n° 119
In bocca al coccodrillo
Avete mai sentito
il soffio del vento?
di Valentina Fassi
17/02/2017 - 10:03

di Valentina Fassi

Avete mai provato la straordinaria sensazione del soffio del vento che vi accarezza il viso? Quel leggero solletico che vi fa vibrare le guance e allarga la bocca in un sorriso? Quel delicato scompigliarsi dei capelli che vi fa stringere nelle vostre stesse spalle? Se così fosse, allora siete stati talmente fortunati da sentire il soffio della vita che regge la montagna della vostra esistenza.

Questa settimana il coccodrillo è partito per un lungo viaggio che lo ha condotto in posti lontani e indefiniti come solo i luoghi delle fiabe sanno essere. Ha accompagnato, in qualità di discreto lettore, il bambino protagonista del libro che abbiamo scelto per voi. Benvenuti nel meraviglioso e surreale mondo della graphic novel ''L’uomo montagna'' di Séverine Gauthier con le illustrazioni di Amélie Fléchais.

Il coccodrillo ha avuto come compagni il coraggio e la fiducia, gli stessi che il bambino ha custodito nel suo cuore per ogni tappa del viaggio che ha scelto di affrontare. La sua è infatti una missione speciale: il suo primo viaggio in solitaria alla ricerca del vento più forte sulla più alta montagna del mondo. E perché lo ha fatto? La risposta è ovvia: il viaggio del bambino ha come obiettivo quello di convincere il vento a soffiare ancora un po’ sulla montagna del nonno. Già, la montagna del nonno da sola non ha più le forze per spostarsi: è così pesante, così ricca di punte acuminate e crepacci, così costellata di tagli e gole profonde, così battuta dal freddo e dalla stanchezza degli anni. E quando la montagna che alberga sulla nostra testa non ce la fa più a sopportare il suo stesso peso non può che esserci un’unica soluzione.

La graphic novel si apre con un dialogo tra il bambino e il nonno: i due hanno sempre viaggiato insieme, anzi, a dirla tutta, è il bambino che si è accompagnato al lunghissimo viaggio della vita che il nonno ha intrapreso anni e anni prima. Per questo il nonno ha sulle spalle il peso di un’enorme montagna, mentre sul capo del nipote stanno comparendo solo ora le prime cime dalla punta arrotondata. Il nonno confessa di non aver più le forze per intraprendere un nuovo viaggio a due e capisce che è arrivato per lui il momento dell’ultimo sentiero che ci riserva l’esistenza e che bisogna affrontare da soli. È lo stesso che abbiamo percorso quando siamo venuti al mondo, ma si fa ritorno con tutta la nostra montagna di esperienze, peripezie e pensieri.

Il bambino non vuole che il nonno parta da solo e lo convince ad aspettarlo. Basterà andare a cercare un vento talmente forte da voler aiutare ancora per un po’ l’anziano a trascinare con sé la sua grossa montagna.

Ecco allora il nonno promettere al piccolo di aspettarlo ed ecco il giovane mettersi in viaggio, disarmato e inesperto, alla volta della sua prima grande avventura in solitaria. E noi lettori partiamo con lui: ci addormentiamo sotto la chioma benevola di un albero, attraversiamo luoghi incantati, conosciamo animali parlanti, accettiamo sfide, sconfitte e dolori. Ma non perdiamo mai la fiducia, quella che ci spinge ad andare avanti ogni giorno, quando pare che il nostro senso dell’orientamento ci stia portando sul limite di un burrone o che ci conduca proprio sotto un masso pericolante. E intanto la nostra piccola montagna cresce, si arricchisce, si inasprisce per renderci forti, si inverdisce per ricordarci la dolcezza. E, come il bambino, impariamo ad accettare il viaggio della vita, il peso della montagna dell’esperienza che ci portiamo appresso ogni giorno, il dolore della perdita. Ci domandiamo dove sia il nonno, se le nostre radici siano ancora ben piantate a terra o se ci ritroveremo a camminare per sentieri sconosciuti senza alcun aiuto e sostegno. Nella vita affrontiamo prove che nel bene e nel male ci segnano e concorrono a creare le persone che siamo. Le esperienze che caratterizzano il cammino sono come montagne con le quali impariamo a convivere e che ci accompagnano nel nostro viaggio sulla Terra. Cambiano i colori, passa il tempo e si alternano stagioni, compleanni, riti di passaggio e ogni tanto rivolgiamo la mente alla montagna che è la nostra famiglia, quella di cui conosciamo a memoria ogni pietra. Ah, le pietre! Ogni tanto una di esse si stacca e viaggia per l’ultima volta, da sola, senza di noi. E arriva il momento dell’addio.

Una metafora sugli ultimi della vita, sull’importanza del passato, sulla forza di volontà e sul valore della famiglia.

L’uomo montagna

Séverine Gauthier, Amélie Fléchais

Editore Tunué

Consigliato a chi sa emozionarsi.




Facebook Twitter Rss